Ci sono cose molto più importanti del calcio, di una semplice partita di pallone, di uno scontro salvezza o promozione. C’è la vita e la morte, c’è l’affetto dei propri cari e c’è anche il dolore per la perdita di qualcuno. Ivano Baldanzeddu è un onesto mestierante della Serie B, ragazzo sardo, per questo molto tenace e duro a morire, che dalla Sardegna, precisamente Tempio Pausania, è partito in ‘continente’, come chiamano i sardi la penisola italiana, alla ricerca di un sogno, fare il calciatore. La sua carriera è partita subito col botto con l’esordio in Serie A con l’Empoli, fino a proseguire negli infernali campi della Serie C con ritorno nel più lussuoso campionato cadetto. Ma questa non è la storia del calciatore Baldanzeddu. O meglio, non solo. E’ la storia di un uomo che durante una normale settimana di allenamenti in vista della partita del sabato, riceve la bruttissima notizia della morte del padre, affetto da tempo dalla SLA, quella malattia che ha colpito anche numerosi ex giocatori, tra cui Stefano Borgonovo, che ha definito tale malattia ”la stronza”. Il ritorno a casa per i funerali per stare vicino ai suoi cari e la partita del sabato che si avvicina sempre più. Ci vuole carattere e tanto coraggio per scendere in campo e in questo Baldanzeddu non è secondo a nessuno. Senza obblighi societari, perchè la vita è più importante di una partita di calcio, il ragazzo fa ritorno a Castellammare in tempo per la partita contro la Reggina e risulta essere uno dei migliori in campo. Forse giocare con la morte nel cuore gli ha dato più forza, forse ha sentito più vicino il papà che tanto gli ha voluto bene o forse, come ha detto lui stesso, ”giocare la partita mi ha fatto dimenticare il dolore almeno per 90 minuti”. Il padre Paolo ha calcato i campi del dilettantismo sardo, dove ogni settimana la partita è una battaglia e forse quella grinta gliel’ha trasmessa lui:”Non ha fatto una grande carriera, ma mi ha insegnato molto, io provo sempre a giocare come faceva lui, aggressivo, grintoso e determinato e direi che ci sono riuscito. Così come ha fatto tutta la squadra, giocando proprio come faceva mio babbo”. Questa è la storia di Ivano Baldanzeddu, orgoglio sardo e del suo ”grintoso” papà.
di Marco Orrù