Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta e uno dei principali indiziati del caso del calcioscommesse, ha rilasciato un intervista alla Gazzetta dello Sport dove ha spiegato il suo stato d’animo e la sua ossessione per le scommesse:”I miei errori sono iniziati 12 anni fa nella partita contro la Pistoiese, quella gara fu combinata, ma pensavo di averla fatta franca. Di certo non sono da prendere come esempio, in carcere ho capito tutti i miei erorri che ho fatto in questi anni. A chi si avvicina ora nel mondo del calcio dico che deve restare pulito e non barare mai e se scopre qualcosa di illecito, anche da parte di un compagno, lo deve denunciare. In questo periodo mi sono chiesto tante volte come avevo fatto a fare tutto questo e quanto ero stupido. Io ex idolo dei tifosi dell’Atalanta? Lo so, ed è la cosa che mi ferisce di più, dopo la mia famiglia. Ero un idolo e ora non lo sono più, per me la Dea è tutto, era tutto…Capisco comunque di averli traditi e delusi, non pretendo il loro perdono, ma chiedo a tutti di non dimenticare le cose buone fatte sul campo. Voglio continuare a vivere a Bergamo, so che non sarà facile, ma voglio restare lì. Avrei voluto fare il dirigente nell’Atalanta, ma so che ora è impossibile, vorrei restare lo stesso nel mondo del calcio, ma non ho idea di quel che farò”.
di Marco Orrù
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