Torna a parlare dopo la pausa natalizia il tecnico del Brescia Alessandro Calori, soddisfatto per il proprio esordio sulla panchina delle rondinelle (vittoria per 2-0 a Livorno) e un pò meno contento per la partenza di due giocatori importanti come Berardi e Juan Antonio, che con lo scoccare dell’anno nuovo si accaseranno ufficialmente alla Sampdoria: “Sono due giocatori importanti, affidabili, che ci mancheranno – ha detto Calori – ma già si sapeva che per il Brescia il mercato di gennaio sarebbe servito al risanamento della società, le loro cessioni erano necessarie. Anche Leali è un giocatore che ha un futuro assicurato, il fatto che se ne vada o no a giugno non cambia la situazione, valuterò chi far giocare settimana per settimana.
Comunque per sopperire alle assenze arriveranno altri giocatori, la società ha detto che ne arriverà uno per reparto”.
Intanto, è arrivato a Brescia Foti, giocatore della Sampdoria rientrato nell’ambito dell’operazione Berardi–Juan Antonio in blucerchiato: “E’ un ragazzo che conosco fin dai tempi del Venezia – ha proseguito Calori – è un mancino molto veloce, classe ’88, una promessa, anche se credo che le sue migliori qualità non le abbia ancora tirate fuori”.
Calori, privo del talento di Berardi e Juan Antonio, dovrà cercare di lavorare sul gruppo; un gruppo da rifondare nella mentalità, anche se la vittoria di Livorno ha già portato un pò d’entusiasmo nello spogliatoio delle rondinelle: “Prima della partita di Livorno ho avuto solo 5 giorni per conoscere da vicino la squadra, adesso arriva il momento di lavorare insieme sul serio. Conosco un pò le caratteristiche tecniche dei giocatori perché già stavo seguendo il Brescia, e quando guardo le partite mi segno tutto dei giocatori, ma sulla carta è tutto diverso, sarà il campo a dare le risposte che contano. Il nostro primo obiettivo è il Crotone, il nostro prossimo avversario”.
Infine una battuta sulla questione calcio–scommesse: “I primi a rimanerci male siamo noi – ha concluso Calori – ma purtroppo è un fatto che è successo e non è ancora finito. Non voglio fare il moralista, ma questo gioco è bello e va protetto, a cominciare da chi ci sta dentro o gli gira attorno. Dobbiamo insegnare ai ragazzi giovani che prima bisogna essere uomini e poi calciatori”.
Lorenzo Marrucci
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