Il Gubbio ha praticamente definito il suo primo acquisto del mercato di gennaio. Si tratta del trequartista del Piacenza Gaetan Tomas Guzman, autore quest’anno di 16 presenze e 6 reti tra campionato e Coppa Italia. Il paraguaiano ha deciso di tornare in Serie B, dopo la retrocessione dello scorso anno con gli emiliani e firmerà a breve un biennale con la società umbra.
Guzman è stato portato in Italia dieci anni fa dalla Juventus, con la quale ha anche giocato uno spezzone di partita in Champions League nientemeno che contro l’Arsenal. In maglia bianconera non ha mai trovato spazio e per i primi anni ha sempre girovagato in prestito, in Serie B, tra Messina e Crotone per due stagioni e mezzo. Giocatore sempre tenuto in considerazione nelle sue prime esperienze italiane. Molto bravo sui calci piazzati, nel 2004/2005 ha segnato addiritura 8 reti con la maglia rossoblù del Crotone. A gennaio 2006 ha la grande chance di disputare il suo primo mezzo campionato in Serie A col Siena e in Toscana disputa 10 prrsenze e una rete al Parma, esordendo nel massimo campionato in un Siena-Milan 0-3. La Juventus, che nel frattempo è retrocessa in Serie B per colpa dello scndalo di Calciopoli, decide di riportarlo a casa, ma nonostante le buone intenzioni, Guzman gioca soltanto una gara in maglia bianconera, 7 minuti in un Juventus-Pescara 2-0. Tuttora rimane l’unica presenza con la prestigiosa maglia della ”Vecchia Signora”. A gennaio 2007 va in prestito allo Spezia sempre in Serie B, disputando una buona seconda parte di stagione. La Juve decide di cederlo in via definitiva e lui si accasa al Piacenza, dove dal 2007/2008 costituisce una delle colonne portanti dei biancorossi. In maglia piacentina in campionato ha giocato 110 presenze e segnato 16 reti. In totale, in Serie B, Guzman vanta 218 presenze e 32 reti, più 10 presenze in Serie A e una rete e 15 presenze e 5 reti in Serie C1. Insomma un elemento di grande spessore, che porta tanta esperienza e tanta qualità in una squadra come il Gubbio che dovrà lottare con le unghie e con i denti per salvarsi.
di Marco Orrù