Il filo conduttore delle due inchieste sul calcioscommesse è senz’altro Cristiano Doni, già squalificato precedentemente nella prima fase dell’inchiesta oltre ad aver ‘causato’ la penalizzazione della sua squadra, l’Atalanta, in questo campionato. Nella seconda tranche dell’indagine, il capitano della ‘Dea’, che era in attesa di una riduzione della squalifica, sarebbe stato arrestato ”per pericolo di inquinamento prove”. Così ha detto il procuratore di Cremona Roberto Di Martino, nella conferenza stampa odierna. Il calciatore, da quanto si è saputo, avrebbe pagato parte della parcella dell’avvocato di un altro indagato, Nicola Santoni, per il timore che questi parlasse agli inquirenti.
di Marco Orrù