Pescara-Gubbio, Zeman e Simoni, destini incrociati e un nemico comune

Luigi Simoni

Il calcio per com’è strano e affascinante potrebbe rappresentare in pieno la metafora della vita. Una vita come quella di Zeman e Simoni, vissuta nel e per il calcio, sulle montagne russe che li hanno portati dal fango al paradiso, trascinati nell’oblio e poi tornati come grandi guerrieri a combattere sulle platee che contano. Alla vigilia della partita che oppone le squadre allenate proprio da Simoni e Zeman, è interessante notare quanto il destino di questi due allenatori sia stato beffardo, ma anche tremendamente collegato. Tutti e due si sono opposti ai poteri forti del calcio e hanno trovato nella Juve di Luciano Moggi il “nemico” comune che li ha in qualche modo affondati, trascinandoli nel dimenticatoio. Simoni è arrivato a un passo dall’essere l’allenatore dello scudetto dell’Inter (dopo quasi dieci anni da quello di Trapattoni), al diventare l’allenatore che aveva Ronaldo in squadra, ma non aveva saputo vincere lo stesso. Chissà quante volte avrò ripensato l’ex tecnico nerazzurro a quel pomeriggio del “Delle Alpi”, a quello scontro tra Iuliano e Ronaldo, con l’arbitro Ceccarini che non concesse il penalty ormai diventato l’episodio da moviola per eccellenza degli ultimi 15 anni.
Zeman invece, si scagliò contro il doping nel calcio, ergendosi a paladino del calcio pulito; e aveva individuato nei giocatori della Juve qualcosa di sospetto, che senza troppi peli sulla lingua lo aveva portato a lanciare la famosa accusa: “Il calcio esca dalle farmacie”.
Tutti sanno com’è andata la loro carriera dopo. I due sono scomparsi dai satelliti del calcio che conta, ma non si sono arresi. Sono ripartiti dalla polvere dei campi di Lega Pro e ora li ritroviamo di fronte, su due panchine di serie B. Due allenatori che possono dare ancora tanto al calcio e a questo campionato.

Lorenzo Marrucci

Gestione cookie