Due indizi. Lanciato dalla Reggina, ha finito la carriera nel Crotone. Risposta non difficile per i tifosi delle due compagini calabresi, che sabato si affronteranno allo stadio “Ezio Scida”. Ci riferiamo a Roberto Cevoli, ex stopper che tra Calabria e via Emilia (Modena e Reggiana) ha trascorso gran parte della propria carriera. Il 42enne di San Marino, dopo la positiva esperienza da allenatore a Monza nel 2010, attende di ritrovare una panchina. In passato è stato accostato proprio a Crotone e Reggina, ma per il momento non intende vestirsi da “gufo” e si limita a presentare il derby di Calabria in esclusiva per SerieBnews.
Il Crotone si sta riprendendo, dopo un inizio incerto.
«Hanno iniziato non benissimo, ma poi si sono ripresi e stanno giocando un buon calcio. La squadra è giovane, ma può dare del filo da torcere a tutti. Il turnover di Genova? Sono un po’ tradizionalista, metterei sempre in campo la formazione che dà più garanzie, valutando partita per partita senza ricorrere necessariamente al turnover».
Per la Reggina è un vantaggio aver mantenuto l’intelaiatura dell’anno passato?
«Riuscire a dare continuità ad un certo tipo di lavoro ha sicuramente i suoi vantaggi. La Reggina ha costruito una buona squadra e può ambire al ritorno in Serie A, pur avendo avuto qualche problemino. Si è ripresa bene, la battuta d’arresto col Toro ci può stare, anche se dal punto di vista tecnico poteva fare qualcosa in più».
Missiroli, Ceravolo e Ragusa si sono esaltati giocando di rimessa. Possono farsi valere anche con impianti tattici più offensivi?
«Credo proprio di sì. Sono giocatori che in B fanno la differenza, in qualsiasi modo giochino possono esprimere la loro qualità. Meritano altri palcoscenici»
Pronostico per Crotone-Reggina?
«Pareggio, così non facciamo torto a nessuno».
Che ricordo conservi di quella tua ultima annata a Crotone?
«Positivo. Giocai poco, a causa di un infortunio al ginocchio. Disputai le ultime 14 partite, contribuendo a raggiungere una salvezza insperata. Ho mantenuto un buon rapporto col presidente e col direttore sportivo, c’è stima reciproca. Mi fa piacere seguirli sempre, e chissà che un domani non ci possa lavorare di nuovo insieme».
E invece della tua gara d’addio con la Reggina, dopo la promozione del ’95 dalla C alla B?
«Mi vengono ancora i brividi da quando feci quell’ultima partita celebrativa (contro una Reggina più “attempata”, quella di Nevio Scala ndr). Sono emozioni difficili da descrivere, quando lo racconto ai miei figli non ci credono e mi prendono in giro. C’era lo stadio pieno, si sapeva già che sarei andato via. Quando Zoratti mi sostituì a 5 minuti dal termine dell’amichevole, si alzarono tutti in piedi per applaudirmi. Mi è rimasto proprio dentro, non me lo dimenticherò mai».
Con quali ex compagni hai mantenuto i contatti?
«Ci vediamo ogni tanto con Marin alle partite, sta lavorando per il Cesena. Di recente ho visto Carrara. Mi fa sempre piacere ricordare quei tempi. Il presidente? L’ho visto prima di Sassuolo-Reggina, lo scorso campionato. Conservo un ottimo ricordo e mi fa sempre piacere rivederlo, mi fa venire in mente i vecchi tempi. Non mi ha mai fatto proposte (ride), anche se mi piacerebbe. A Reggio ho lasciato degli amici, oltre spero ad un buon ricordo. E Reggio Calabria in me ha lasciato solo sensazioni positive. Lì mi sono rilanciato, è una piazza che ha significato tantissimo per la mia vita da calciatore».
Da dove potrebbe ripartire l’allenatore Roberto Cevoli?
«Si parla tanto di progetti, ma poi sono poche le società che li mettono in pratica. Mi piacerebbe avere un’opportunità. Nel calcio manca la gente che investe sugli allenatori giovani, dando fiducia a persone che in fin dei conti hanno sempre fatto parte del mondo del calcio».
Paolo Ficara