Un Brescia in difficoltà sia di risultati che di organico, costringe mister Scienza a rivedere qualcosa per la gara interna con la Reggina. Con De Maio e Jonathas fuori per squalifica, più una caterva di infortunati, si passa al modulo 4-3-2-1 con Dallamano difensore centrale, Vass in mezzo al campo, El Kaddouri e Juan Antonio che giocano tra le linee. Dall’altra parte, Roberto Breda non tradisce le scelte di formazione attese alla vigilia, ma si copre parecchio. Il modulo è assimilabile come un 5-3-1-1, se si considera che Ragusa inizia la partita in disturbo sul mediano Salamon, per poi lasciare l’ingrato compito a Missiroli e spostarsi in copertura su Zambelli.
La Reggina non si aspetta la presenza di ben due mezzepunte tra le linee, e non riesce ad organizzare le marcature su Juan Antonio ed El Kaddouri. Il primo si procura un rigore al 13’, ma Kovacsik è un giaguaro e blocca il tiro pur angolato di Feczesin. Il belga-marocchino non sfrutta una occasione successiva, ben imbeccato da Vass in area. E allora ci pensa la Reggina, remissiva come non mai, a sbloccare il match. Lancio lungo di Emerson, che premia uno scatto in profondità di Ragusa; il giovane attaccante non trova l’aggancio col pallone, bensì col portiere Leali. È rigore, realizzato con freddezza da Ceravolo al 40’ del primo tempo.
Nella ripresa, il Brescia si riversa in avanti e Scienza attinge subito dalla panchina per inserire giocatori con doti offensive, come Ramos e Cordova. Ma la Reggina furoreggia in contropiede, sfruttando la velocità di Ragusa e Ceravolo. Al 14’ Nicolas Viola ci crede, segue la ripartenza dei due attaccanti, riceve palla casualmente e con un gran sinistro dalla distanza mette in ghiaccio il match. Al 41’ c’è ancora tempo per un altro rigore: Colombo stende Ramos, Budel va sul dischetto ma Kovacsik oggi ha deciso di non prendere gol e respinge alla grande.
La mazzata finale per le rondinelle deve ancora arrivare: ad un minuto dal termine, Ragusa parte tutto solo da destra, salta Leali e cala la ghigliottina dello 0-3. Finisce in gloria per la Reggina, che non si imponeva al “Rigamonti” dal 1999, anche se all’epoca Gustinetti praticava ben altro tipo di calcio rispetto alle barricate erette oggi. Quarta vittoria consecutiva e quarto posto in classifica per gli amaranto. Il Brescia rimpiange il rigore sprecato sullo 0-0, paga una circolazione di palla troppo lenta e recrimina per le assenze. Traballa la panchina dell’incolpevole Beppe Scienza.
Paolo Ficara
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