Sebastian De Maio è un difensore francese, classe ’87, di proprietà del Brescia, ma nell’ultima parte della scorsa stagione, in prestito al Frosinone. Il giocatore ha rilasciato un intervista ESCLUSIVA per SerieBnews.com.
Sebastian, nell’ultima parte della stagione scorsa hai giocato in prestito a Frosinone e con i gialloblù sei retrocesso. Cosa pensi non ha funzionato e quali sono le cause che hanno portato alla retrocessione?
”Diciamo che una sola causa non c’è stata, ma ci sono state delle piccole distrazioni e dei piccoli errori nelle singole partite, che sono stati fatali per noi”.
Torni a Brescia per restare? Il diesse Iaconi ha dichiarato che la società punterà sui giovani e di conseguenza pensi di poter essere un giocatore fondamentale per la squadra, visto che sei un classe ’87 e sei a Brescia dal 2006?
”Penso e spero di essere utile alla squadra e, pur se ancora giovane, ho abbastanza esperienza per poter trasmettere qualcosa ai ragazzi più piccoli di me già presenti in squadra e a quelli che arriveranno”.
La stagione scorsa hai esordito in Serie A, entrando a pochi minuti dalla fine della partita tra Chievo e Brescia al posto di Caracciolo. Che sensazione hai provato?
”Per me è stata una grandissima emozione esordire in Serie A, sono sensazioni che spero vivamente di poter rivivere presto”.
Nel corso di questi 5 anni che sei di proprietà del Brescia, oltre a Frosinone, hai giocato per altre due volte in prestito, a Celano in Lega Pro Seconda Divisione. Che esperienza è stata quella che hai vissuto in Abruzzo?
”L’esperienza al Celano è stata splendida per me, sia a livello calcistico, sia a livello umano. Sarò sempre grato a quella società e a quella gente”.
La tua migliore stagione è stata quella del 2009/2010 col Brescia, dove hai disputato 32 presenze e dove siete stati promossi in Serie A dopo la finale playoff col Torino. Che ricordi hai di quella stagione e di quella serata magica contro il Torino?
”Quella serata rimarrà impressa dentro di me. E’ stata una notte ricca di emozioni e i primi ricordi che mi vengono in mente, sono il gol del vantaggio di Possanzini per l’ uno a zero parziale e la mia euforia al fischio finale dell’arbitro”.
di Marco Orrù
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