L’organico in assoluto tra i più froti se non il più forte del torneo cadetto! Eppure la stagione del Toro non è stata alla pari di Siena ed Atalanta, troppe polemiche, troppi cambiamenti, attriti continui e anche qualche idea poco chiara. Così è spiegata la pareggite o quel braccino corto che fa sembrare il Toro una squadra normale. Così In qualche settimana ci si gioca un’intera stagione: nella volata playoff ci sono quattro posizioni che regalano un posto per la serie A. Novara e Varese ci sono, la Reggina ha un piede e mezzo negli spareggi a meno di clamorosi tonfi. Poi c’è l’universo Torino una grande scatola dalle mille sorprese, i granata sono tallonati da Padova, Livorno, Pescara ed Empoli. Tutte pronte a farsi beffa della banda di Lerda al primo errore. Ecco perchè ora più che mai Rolando Bianchi e compagni devono crederci senza paure o timori, senza pensare alle assenze blindandosi dall’ambiente esterno e dai dissapori interni. Oggi come non mai per tutti e per la gente di fede granata conta solo vincere le ultime tre partite e vedere da vicino la concreta possibilità di sognare in grande. Ma la realtà prima dei sogni dice che domani arriva la Triestina, alla disperata ricerca di punti per agganciare i playout. 270 minuti nei quali squadra, allenatore e società si giocano presente, futuro e la reputazione.