Reggina, Foti lancia l’allarme: “I calciatori ci aiutino, stiamo affondando”

Lillo Foti

Il problema dei calciatori in esubero rischia di avere ripercussioni economiche molto serie per la Reggina. E’ un Lillo Foti molto allarmato a spiegare la situazione in un’intervista al ‘Corriere dello Sport’: “I calciatori ci aiutino, stiamo affondando”. I calciatori a cui il presidente amaranto si riferisce sono i tanti ‘fuori rosa’ che non sono stati ceduti e non accettano di ritoccare i loro contratti divenuti troppo onerosi: “Non nego le nostre, le mie responsabilità. Sono contratti figli di un periodo di vacche grasse ma ora le vacche sono magrissime e nessuno un anno fa lo avrebbe potuto prevedere. La crisi è tale che nessuno può voltarsi dall’altra parte. Il calcio è l’unico settore lavorativo dove i contratti sembrano scolpiti nella roccia. Temo il tracollo? Non è un mistero: la Reggina si è sempre retta sulle plusvalenze. I numeri sono chiari: il mio club incassa in un anno 6 milioni, per far fronte ai costi ordinari ne servono 8-9, i contratti dei giocatori che non rientrano più nei piani tecnici costano 2,7 milioni. Le mie colpe sono evidenti ma il mobbing non lo pratichiamo noi nei confronti dei calciatori ma i calciatori nei nostri confronti rifiutando il trasferimento. Ho parlato con Abodi e ho trovato in lui grande sensibilità. Apriamo un confronto con l’Aic, con Tommasi, invitiamo il presidente Abete a farsi parte diligente. In Europa le cose stanno cambiando. In Spagna un tribunale ha riconosciuto all’Alicante di risolvere i contratti per eccesso di onerosità. Ripeto, il Paese è in difficoltà: siamo tutti in discussione, non solo i calciatori, anche noi imprenditori. La proposta? Una risoluzione con penale come in altri settori. La Federazione deve darci una mano”.

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